5 giu 2010

Dei bei pensieri su cui riflettere...

Questo brano è tratto da "La Repubblica" autore Serge Latouche:
Da molto tempo ormai non uso piu' l'automobile, mi muovo soltanto in bicicletta. Quando vengo in Italia non prendo l'aereo ma il treno. Anche se sono stato a lungo un'amante della carne , ora ne mangio pochissima, mi diverto a scoprire altri sapori, perchè gli allevamenti intensivi di bestiame sono tra le prime cause di inquinamento ( 1 kg di carne equivale a 6 litri di petrolio).
Preferisco comprare quel che mi serve nelle piccole botteghe e cerco di usare ogni cosa sino a consumarla del tutto. Preferisco riciclare piuttosto che applicare la filosofia dell'usa e getta.
Non mi collego ogni giorno alla posta elettronica per dimostrare a me stesso che non ho bisogno di una protesi elettronica per comunicare con gli altri...

11 apr 2010

SCIE CHIMICHE


Abbiamo rinunciato a fare le foto dei nuovi vestiti per un'anomala invasione di scie chimiche che hanno quadrettato il bellissimo cielo azzurro di Genova; immortalarle sarebbe stato troppo triste. ..dopo qualche ora è venuta un strana foschia..mah!


sunlower web shop
http://www.etsy.com/shop/sunflowerdesign

SUMMER IS COMING





Per la prossima estate solo cotone, 100% cotone! Elasticizzato per top e t-shirt, fermo per il maxi dress.
Stanchi di vedere tutto questo pronto moda di bassissima qualità (usa e getta...) abbiamo deciso di proporre qualcosa di semplici e ben strutturato, che fa la differenza.

28 feb 2010

NUOVI VESTITI



I nuovi vestiti. Semplici ma particolari. Ognuno ha quel dettaglio in più che lo rende unico. Facili, da mettere tutti i giorni, per essere ok tutti i giorni!

19 feb 2010

ARTIGIANATO ON LINE

Siamo contenti di segnalarvi che finalmente anche in Italia stanno nascendo siti di vendita di artigianato realizzato da giovani stilisti e designers. Al fianco dell'ormai celebre http://www.etsy.com (sito americano) e http:// www.dawanda.com (sito tedesco - europeo) è natp http://www.misshobby.it sito italiano che sta iniziando a farsi conoscere nella comunity di acquirenti on line italiana...
Cosa c'è da dire, seguite i link e comprate prodotti 100% handmade . Supportate i giovani stilisti!!!! che per andare da H&M - ZARA e simili ed essere tutti belli uguali c'è sempre tempo!!!!

3 feb 2010

.:. METROWALKER BAG.:.


La borsa + urban che ci sia, davvero! Tecnica, minimal, waterproof, chiusura a zip, tasca interna, tracolla lunga. Robusta e leggera. Ideale per chi porta con sè tante cose..sperimentata anche come maternity bag ( ci sta tutto -->bibe, pannolini, salviette, cambi vari..).

13 gen 2010

MADE IN CHINA , ORRORI DIETRO UN'ETICHETTA

Made in China, orrori dietro un’etichettaAngelo Calianno – tratto da Senza Codice http://senzacodice.blog.co.uk
Spesso quando cerchiamo di spiegare e di spiegarci il basso costo di tutta la merce proveniente dalla Cina, come scarpe, occhiali, vestiti, giocattoli, ci accontentiamo delle semplici risposte date dai media: ore di lavoro raddoppiate rispetto agli operai Italiani, sfruttamento del lavoro minorile, salari minimi; purtroppo però, non è tutto qui, dietro i costi abbattuti del “Made in China” ci sono storie di torture, omicidi, espianti e traffici d’organi illegali ed abusi contro la dignità umana che riguardano milioni di persone, dietro tutto questo c’è la storia dei Laogai.
La parola Laogai in cinese vuol dire “riforma, rieducazione attraverso il lavoro”. I Laogai sono dei veri e propri campi di concentramento sui cui si basa il sistema carcerario cinese, il campo al suo interno racchiude diverse sezioni, ma non è solo una semplice galera. In Cina infatti per reati “minori” si può essere rinchiusi per 3 anni senza nessun tipo di processo, infatti è la polizia a decidere la gravità di questo tipo di reati: violazioni come parlare a favore della democrazia, mostrare idee politiche in conflitto con il regime o semplicemente appartenere ad una minoranza etnica o religiosa (come Mongoli e Tibetani), vengono severamente punite.Una volta rinchiusi i dissidenti devono confessare le proprie colpe e giurare fedeltà al governo; le confessioni vengono quasi sempre estorte con metodi disumani come l’uso del bastone a scossa elettrica, frusta o manganello, una volta “confessato” il proprio crimine, comincia la vera e propria riabilitazione attraverso il lavoro, o perlomeno così viene chiamata dai rappresentati del regime comunista cinese.
Ai detenuti vengono assegnate delle “quote” cioè una quantità di oggetti da produrre o lavori da svolgere in un giorno (si lavora dalle 16 alle 18 ore al giorno); lavori come assemblare giocattoli, cucire vestiti o peggio lavorare in miniere dove si esalano gas tossici senza nemmeno la minima protezione. Se il detenuto non riesce a svolgere per tempo la sua “quota” la razione di cibo diminuisce senza possibilità di appello.
In che modo il mercato occidentale è collegato con i Laogai? E’ tanto semplice quanto allarmante, un esempio pratico può essere un’azienda o un’industria occidentale (es.moda, oggettistica, tessile) che commissiona ad una società di import-export cinese una quantità di materiale da lavorare, assemblare o finire, soltanto che tutto questo lavoro viene svolto servendosi degli operai rinchiusi nei campi, a nessun costo, se non quello delle eventuali materie prime. In Cina per legge, non si può rimanere rinchiusi per più di 3 anni senza un processo; ma molto spesso, per non diminuire la forza lavoro, alcuni detenuti che hanno già scontato la pena vengono considerati “non completamente riabilitati e non idonei alla società” quindi la detenzione nei campi viene prorogata.
Ma tutto questo non basta, le atrocità più cruente vengono commesse contro i condannati a morte, in Cina ci sono 60 reati per cui si può essere giustiziati ( le esecuzioni capitali avvengono con una frequenza impressionante), una volta giustiziati si procede all’espianto degli organi: reni, cornee, cuore, tutto destinato alla vendita negli ospedali militari, per legge in Cina chi riceve un organo non può chiederne la provenienza, né tanto meno i parenti del condannato possono vedere il cadavere, perché sempre per legge i corpi vengono cremati, cancellando così ogni traccia di misfatto. La copertura usata fino ad ora dal governo è che: “ogni espianto è autorizzato dai condannati a morte”, cosa difficile da credere visto che in Cina il corpo è considerato sacro, quindi intoccabile anche dopo la morte. Per ogni giustiziato a cui vengono “presi” gli organi un soldato riceve 40 dollari di premio.
Wang Guoqi, un medico militare cinese dei Laogai, fuggito negli Stati Uniti ha confessato al noto quotidiano Guardian che illegalmente ai giustiziati veniva prelevata subito dopo l’esecuzione anche la pelle, destinata poi alle industrie cosmetiche europee e che un rene valeva fino a 30 mila dollari, lo stesso Wang Guoqi ha ammesso di aver preso parte ad un centinaio di espianti non autorizzati.Le storie che trapelano dai dissidenti fuggiti dai campi sono tantissime, come le violenze da parte dei soldati verso i rinchiusi: molte donne vengono stuprate, e per quelle che dovessero avere una gravidanza concepita dallo stupro, l’aborto forzato con metodi rudimentali, anche all’ottavo mese.
Oggi, il nemico giurato dei Laogai si chiama Harry Wu: detenuto per 19 anni nei campi di concentramento solo per aver manifestato le sue simpatie per la democrazia. Harry Wu, ora è cittadino americano ed ha fondato la Laogai Research Foundation, un’organizzazione no-profit che divulga e fa conoscere al mondo questa orribile realtà. Per anni Harry Wu ha viaggiato tra Cina e Stati Uniti con la copertura di diplomatico o imprenditore per indagare e provare quale fosse l’effettiva provenienza delle merci cinesi.
Tra le varie campagne in atto dalla Laogai Research Foundation c’è quella di boicottare prodotti che riportano l’etichetta “Made in China”, anche se come dice lo stesso Wu: “il problema è che molti di questi articoli lavorati nei campi riportano marchi europei o statunitensi”. Sempre Harry Wu propone di ostacolare questo tipo di commercio, non acquistando merci facili da identificare e da isolare ,come i giocattoli, e facendo conoscere questa situazione anche ai propri governi attraverso lettere e petizioni.
Sapere con precisione il numero dei Laogai è impossibile, perché il governo li nasconde o li chiude per poi aprirne di nuovi in luoghi e province diverse, depistando così organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty International o Human Rights Watch, si stima che attualmente ci siano più di 1000 campi e circa 6 milioni di detenuti. In Italia siamo bombardati di notizie che parlano delle nuove economie, di come, a lungo andare le nuove industrie tessili orientali distruggeranno le nostre piccole imprese, della concorrenza spietata e delle proposte del governo di mettere dazi alla nuova imprenditoria cinese; quello che noiconosciamo però, è soltanto una facciata dell’economia di una nazione che sta basando tutto il suo potere sulla privazione di un diritto che a nessun essere umano dovrebbe essere mai negato, la dignità.